Breve storia del Giro d'Italia
Il Giro d’Italia è una delle competizioni più ambite e più seguite nell’ambito del ciclismo su strada, insieme al Tour de France e alla Vuelta a Espana.
Venne istituito nel 1909 su idea del giornalista Tullo Morgagni e subì due sole interruzioni, in concomitanza della Prima e della Seconda Guerra Mondiale.
Il quotidiano “La Gazzetta dello Sport” è da sempre responsabile della sua organizzazione, che riuscì a sottrarre al “Corriere della Sera” sul filo del rasoio, dato che anche questo giornale stava per promuovere l’iniziativa.
Proprio in onore della “Gazzetta”, il leader della classifica e poi il vincitore del Giro indossa una maglia di colore rosa, mentre la città di arrivo è quasi sempre Milano, sede del quotidiano.
Il record di vittorie è condiviso da tre illustri ciclisti, ognuno dei quali può vantare ben 5 trionfi: gli italiani Alfredo Binda e Fausto Coppi e il belga Eddy Merckx.
Eddy Merckx
Crediti: Anefo / Bert Verhoeff via Nationaal Archief
Alfredo Binda
Crediti: Wikipedia
Fausto Coppi
Crediti: Wikipedia
I primi anni
Il vincitore del Primo Giro d’Italia fu Luigi Ganna, che si aggiudicò il primo premio in lire messo in palio dall’organizzazione.
Qualche anno dopo, nel 1912, fu invece indetta una competizione a squadre che fu vinta dall’Atala. Questi furono anni entusiasmanti, con ciclisti del calibro di Carlo Galetti, Giovanni Rossignoli e lo stesso Ganna.
Dopo la Prima Guerra Mondiale, invece, furono soprattutto Giovanni Brunero e Alfredo Binda a fronteggiarsi senza sosta, e quest’ultimo era talmente forte che gli venne impedito di partecipare all’edizione del 1930, ma gli fu comunque attribuito il premio spettante al vincitore.
Siamo così giunti ai primi anni ’30 e fu proprio a questo punto, precisamente nel 1931, che nacque l’idea della maglia rosa, come simbolo che rendesse riconoscibile il leader della corsa in mezzo agli altri ciclisti.
Italo Zilioli al Giro d'Italia 1969
La rivalità tra Coppi e Bartali
Eccoci giunti al secondo dopoguerra e al periodo d’oro di due dei ciclisti più famosi di sempre: Fausto Coppi e Gino Bartali.
I due vinsero 8 Giri d'Italia (rispettivamente 5 Coppi e 3 Bartali) conquistando 39 tappe (22 Coppi, 17 Bartali) e, anche per le loro personalità molto diverse, divennero il simbolo della divisione politica e sociale dell’Italia di quegli anni, incarnando rispettivamente gli ideali laici e quelli democristiani e finendo per accendere le cronache sportive dell’epoca.
Gino Bartali e Fausto Coppi al Giro d'Italia 1954
Giro D'Italia: La seconda metà del ‘900
Dalla fine degli anni’50 le vittorie straniere si intervallarono a quelle italiane e gli anni successivi videro trionfare per ben 5 volte il belga Eddy Merckx (tra il 1968 e il 1974), acceso rivale di Felice Gimondi, che si aggiudicò invece tre vittorie.
Negli anni ’80 ricordiamo invece il francese Bernard Hinault, che vinse anch’egli per tre volte inserendosi nel dualismo Saronni-Moser, mentre gli anni ’90 videro dominare la figura dello spagnolo Miguel Indurain che conquistò le tappe a cronometro e riuscì a difendersi in salita vincendo nel 1992 e 1993, mentre il 1998 fu l’anno del “pirata” Marco Pantani.
Giro D'Italia: I primi anni 2000
Nel 2002 la Corsa partì dai Paesi Bassi e toccò Germania, Belgio, Francia e Lussemburgo per celebrare l’Unione Europea.
Tornarono le imponenti imprese degli italiani: tra gli altri, Savoldelli, Simoni, Cunego e Basso si alternarono in quegli anni, che furono segnati anche dalla prematura scomparsa di Pantani nel 2004.
Oggi come allora il Giro d’Italia tiene ancora col fiato sospeso milioni di spettatori in tutto il mondo, pronti a sostenere i propri favoriti attraverso le fatiche, le gioie e le delusioni che uno sport appassionante come il ciclismo sa dare.
Giro d'Italia oggi ( Sud Tirolo - 2017)
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Crediti foto Copertina: David.78